Inaugurazione mostra

Stati omicidi. Da Matteotti a Navalny, morire per un’idea

La mostra di illustrazioni e ritratti di Gino Vercelli offre una drammatica sintesi di questo secolo in cui alcuni Stati si sono rivelati veri e propri assassini. A partire da Giacomo Matteotti, accoltellato a morte dai sicari fascisti, è una lunga, orrenda scia di delitti che ha colpito i nemici del sopruso e della violenza erette a sistema di governo. Così, sono effigiati i volti di Salvador Allende, massacrato dal golpe cileno del 1973, fino a quello del dissidente russo Navalny, morto detenuto in una prigionia siberiana. E insieme quello del Premio Nobel per la pace cinese Liu Xaobo, della coraggiosa e intrepida giornalista russa Anna Politkovskaja e prima di lei quello del Primo ministro cecoslovacco Jan Masaryk, letteralmente gettato dalla finestra. Ma prima ancora quello del grande oppositore di Stalin, Trockij, assassinato nel suo esilio con ferocia. Mentre nei Lager nazisti moriva il filosofo e pastore Dietrich Bonhoeffer e anni dopo il sudafricano Biko era ucciso dai servitori del regime dell’apartheid, per finire con la giovane ragazza iraniana Mahsa Amini, che aveva osato portare il velo “in modo scorretto” rispetto a quanto ordinato da quel criminale regime teocratico.

Nell’ambito del progetto “L’idea che non muore. Giacomo Matteotti cento anni dopo” della Fondazione Salvemini in occasione del centesimo anniversario dalla morte di Giacomo Matteotti.

Ne discutono: Gino Vercelli, Marco Brunazzi, Lorenzo Cabulliese. Modera Roberto Guarino.

Mercoledì 12 giugno 2024

18:00

Sala Lettura
Palazzo San Daniele, Polo del ‘900
Corso Valdocco 4/A, Torino