In occasione delle iniziative per la celebrazione del centesimo anniversario dall’assassinio di Giacomo Matteotti la Fondazione Salvemini presenta il libro di Massimo L. Salvadori presso la Sala Arancio della Galleria Visitatori del Salone Internazionale del Libro di Torino.
«Giacomo Matteotti condusse una opposizione intransigente nei confronti del fascismo, la cui natura e pericolosità aveva acutamente compreso e denunciato per tempo. Fu l’uomo del coraggio. Per questo il fascismo volle che fosse consegnato alla tomba, così da farne tacere la voce».
L’agile e acuto saggio di Massimo L. Salvadori intende contribuire a rimuovere, a cent’anni di distanza, la patina dell’oblio, ma anche quella della pura e semplice celebrazione. Matteotti fu soprattutto l’uomo del coraggio, come testimoniano gli scritti raccolti nell’appendice al volume.
L’assassinio fece traballare il governo Mussolini, aprendo una crisi gravissima nella politica e nella società italiane, superata da un lato per la debolezza dimostrata dalle opposizioni divise sul da farsi, e dall’altro per l’appoggio dato al governo dalla monarchia, dalla gran parte della borghesia e dall’esercito. Il delitto ebbe una eco enorme non solo in Italia. Matteotti entrò nella leggenda: fuori dai confini dell’Italia fascista egli divenne, negli anni del regime, il simbolo della lotta contro il fascismo.
In Italia, sconfitto il fascismo, la figura di Matteotti fu finalmente riscoperta, ma non fu celebrata come avrebbe meritato: il Partito comunista e anche quello socialista, nella fase in cui rimase ad esso subordinato, lo considerarono, per un lungo periodo, un «socialdemocratico», un «riformista», insomma un eretico. La giusta valutazione del suo pensiero e della sua opera è stata resa finalmente possibile a partire dagli anni ottanta, quando venne avviata la pubblicazione completa dei suoi scritti.
Intervengono con l’autore, Aldo Agosti, Giovanni Borgognone. Modera Patrizia Audenino.