La Fondazione Salvemini, nel corso del 2024, si fa promotrice del progetto “L’idea che non muore. Giacomo Matteotti cento anni dopo”. L’obiettivo perseguito è certamente quello di celebrare la figura del deputato socialista nel centenario del suo assassinio, ma al contempo di approfondirne la storia, delinearne la peculiarità dell’impegno sociale e politico nel contesto storico che va dalla Prima guerra mondiale al dopoguerra, sino alla morte, rilevandone l’originalità del pensiero e dell’azione, così come emerge dalla più recente storiografia che ha tratteggiato una personalità di ben altro spessore rispetto a quella tradizionale del martire ammirato e compianto.
Nonostante la memoria storica di Giacomo Matteotti sia stata tra le più diffuse e popolari del Novecento, come testimoniato del resto dalla vastissima toponomastica a lui dedicata, si vorrebbe trarre la sua figura, incastonata nel cammeo della vittima eroica della violenza fascista, dalla narrazione del martirio al ritratto a tutto tondo dell’uomo e del militante politico, capace di interpretare il ruolo di oppositore con modalità inconsuete per il diffuso rivoluzionarismo dell’epoca, tanto da prefigurare i tratti della moderna socialdemocrazia, agendo con una tale audacia da essere l’avversario designato del regime, temuto in vita e capace da morto di far vacillare lo stesso regime.
Si evidenzia quindi l’altra finalità principale del progetto volta a sottolineare la modernità di metodo e di azione della politica matteottiana, dall’avversione alla guerra alla vicinanza ai bisogni concreti delle masse contadine, dall’attività amministrativa oculata e competente alla denuncia puntuale dei soprusi e delle violenze, dall’indagine sulla corruzione delle élite al potere alla visione di un socialismo riformista senza fughe nel massimalismo.